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L’open access è una questione seria

Fri, 11/09/2018 - 15:59
General

L’open access è una questione seria e di divulgazione scientifica dovrebbe occuparsi solo chi ha la competenza scientifica per farlo.

Tuttavia diverse testate giornalistiche, che peraltro non si sono quasi mai interessate alle tematiche della scienza aperta e della ricerca, hanno recentemente strumentalizzato la notizia riguardante la proposta di legge 395 in materia di accesso aperto all'informazione scientifica, presentata dal deputato Luigi Gallo (M5), fomentando la paura del controllo dell’informazione scientifica da parte della commissione che dovrebbe essere istituita per la divulgazione dei contenuti scientifici.

Viene da domandarsi in primis se i giornalisti in questione si siano presi la briga di leggere la proposta di legge ed il suo iter pubblicati ad accesso aperto sul sito della Camera cfr. https://temi.camera.it/leg18/dossier/OCD18-10776/interventi-materia-accesso-aperto-all-informazione-scientifica.html, in secondo luogo per quale motivo venga contestata solo a novembre, una proposta di legge presentata a marzo, assegnata alla Commissione Cultura a luglio e in discussione da settembre 2018.

Proposta legge 395​​​​Dal punto di vista informativo è necessario sgombrare il campo dalle polemiche inutili: le consultazioni preliminari fatte dalla Commissione presieduta dall’onorevole Gallo, sono state molto serie e nel testo della proposta di legge non viene nominata la parola “controllo” dell’informazione, né viene messo in discussione il ruolo delle università.

Si prevede infatti di istituire “una Commissione per la divulgazione dell'informazione scientifica, con il compito di individuare le migliori forme di diffusione dell'informazione culturale scientifica attraverso i canali del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale” e  si afferma che lo “sviluppo della cultura corrisponde a finalità  di interesse generale” e che “la ricerca scientifica deve essere considerata non solo una ‘materia', ma anche un ‘valore' costituzionalmente protetto (artt. 9 e 33 della Costituzione)", rilevante “a prescindere da ambiti di competenze rigorosamente delimitati".

In parole povere anche la RAI si dovrebbe occupare di divulgazione scientifica nel rispetto dei principi fondanti della nostra Costituzione.

In conclusione il vero pericolo non è il controllo dell’informazione scientifica, ma la diffusione di falsa informazione e la mancanza di attenzione verso la centralità della competenza scientifica nella ricerca e nell’istruzione.

Andando oltre sterili ed inutili polemiche, dovremmo invece discutere della recente iniziativa PlanS promossa da cOAlition S, il cui unico promotore italiano è l’INFN, che potrebbe dare una svolta significativa al raggiungimento dell’obiettivo della scienza aperta in tempi rapidi. coalition_S

Merita perciò maggiore attenzione da parte della stampa il dibattito in corso, ben riassunto da Peter Suber (il guru della “scienza aperta”)

cfr. https://plus.google.com/u/0/+PeterSuber/posts/iGEFpdYY9dr

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