Pubblichiamo la lettera inviata al prof. Alessandro Barbero in risposta all'articolo "I paradossi delle biblioteche proibite dove entrano soltanto pochi eletti", pubblicato su “La Stampa” del 18/01/2021 e consultabile anche qui.
Egregio Professor Barbero,
la ringraziamo per aver posto nel suo articolo "I paradossi delle biblioteche proibite dove entrano soltanto pochi eletti", pubblicato su “La Stampa” del 18/01/2021, all’attenzione dei cittadini l’annoso problema che affligge i servizi inter-bibliotecari, e cioè l’impossibilità di consegnare all’utente finale la copia digitale di un articolo scientifico ricevuta da un’altra biblioteca.
Era a conoscenza che a Marzo 2020 un gruppo nutrito di biblioteche universitarie e di enti di ricerca aderenti al Network NILDE, ha lanciato l’Appello per il diritto di accesso alla conoscenza in stato di emergenza?
Questo appello è stato indirizzato alle associazioni di editori (AIE-Associazione Italiana Editori ed STM- Scientific, Technical and Medical Publisher Association) e ai massimi interlocutori istituzionali (Ministri Università e Ricerca, Istruzione, Salute e Beni Culturali) per chiedere la deroga alle clausole restrittive degli accordi di licenza, al fine di consentire l'erogazione dei servizi bibliotecari da remoto e di favorire l’accesso alla documentazione scientifica, indispensabile non solo per l'aggiornamento dei professionisti medico-ospedalieri impegnati a fronteggiare il Covid-19, ma anche per le attività di ricerca, studio ed insegnamento di tutte le discipline e per tutte le categorie di cittadini.
A tutt’oggi, l’appello è stato sottoscritto da quasi 8.000 cittadini e da oltre 80 istituzioni scientifiche. Ha permesso di avviare un dialogo con AIE che, se pur a piccoli passi e con grande prudenza, potrebbe portare a nuove eccezioni a favore di studenti universitari, studiosi e ricercatori per consentire alle biblioteche di percorrere anche “l’ultimo miglio”, ovvero la consegna all’utente del documento pdf ricevuto, in sicurezza e nel rispetto delle regole.
Qualora non l’avesse già fatto, la invitiamo a firmarlo, ed eventualmente a promuoverlo presso studenti, colleghi, studiosi e tutti coloro potenzialmente interessati aiutandoci così a diffonderlo in ogni sede che lei ritenga opportuna. La sua firma e il suo sostegno sarebbero un primo passo per il superamento delle anacronistiche restrizioni “di tipo sovietico” da lei lamentate.
La questione è complessa e riguarda i vincoli della legge italiana sul copyright e/o dei contratti di licenza che le biblioteche devono rispettare e che limitano i servizi di scambio inter-bibliotecario, non consentendo di inviare il pdf agli utenti finali (cfr. ”Perché non mi mandate il PDF? Il servizio document delivery agli utenti secondo i contratti di licenza concessi dagli editori”)
In tempo di pandemia tali vincoli si sono rivelati ancora più vessatori, visto che nel nostro Paese non è possibile applicare il fair use, riconosciuto dalla legislazione americana per finalità di insegnamento, studio e ricerca.
Piuttosto che aspettarsi che un bibliotecario, o un pubblico funzionario, deroghi alla vigente normativa sul copyright, non sarebbe meglio impegnarsi affinchè quella normativa venisse adeguata alle esigenze di chi studia e fa ricerca in un mondo che è sempre più digitale?
Paradossalmente la nostra legge obbliga i bibliotecari, che con ogni mezzo possibile agevolano la ricerca, a lavorare ancora con la penna d’oca o, al massimo, con la macchina da scrivere.
Per il Comitato Biblioteche NILDE
Silvana Mangiaracina (CNR), Giovanna Colombo (Università dell’Insubria), Loriana Maimone Ansaldo Patti (Università di Messina), Giulio Marconi (ENEA)